Le entrate di Codere sono diminuite del 54,3% nel primo trimestre del 2021

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Codere ha presentato i suoi numeri per il primo trimestre del 2021, inferiori del 54,3% rispetto allo stesso periodo del 2020. La cifra raggiunge i 127,2 milioni di euro e il motivo del decremento non è altro che le restrizioni applicate nelle diverse giurisdizioni a causa della situazione che il mondo soffre da più di 15 mesi.

Limita l’obiettivo della diminuzione delle entrate

Uno dei mercati più ristretti è stato l’Italia, chiuso da 3 mesi. Al mercato transalpino vanno aggiunte le chiusure avvenute in America Latina, con Messico, Argentina e Panama coinvolti in costanti limitazioni.

L’EBITDA rettificato di Codere ha raggiunto i 3,5 milioni di euro, con un calo del 92,7% su base annua. Ad eccezione dell’Italia, tutti i mercati hanno registrato un EBITDA positivo.

Codere, invece, ha raggiunto un accordo con i suoi creditori ratificato dall’assemblea dei soci e dagli obbligazionisti, che inietterà 225 milioni di euro nel gruppo e verrà sottoscritto fino a 367 milioni del debito sofferto dal gruppo in maiuscolo.
Con questa operazione, la stima indica che le esigenze sarebbero soddisfatte fino a quando l’attività non riprenderà naturalmente una volta che tutto sarà passato e tornerà alla normalità.

Secondo le dichiarazioni dell’azienda, l’attività sta attraversando un momento difficile a causa delle restrizioni e dei limiti che vengono applicati in Italia, Uruguay o Argentina così come in altre regioni.

Codere ha realizzato ricavi per 127,2 milioni di euro, il 54,3% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La chiusura del mercato italiano spiega un calo di 60,2 milioni di euro, mentre in Messico il calo è stato di 22,1 milioni ea Panama di 5,8 milioni.
Nel caso dell’Argentina, 38 milioni sono stati arrestati e in Spagna 26.6.

Il margine EBITDA diminuisce

L’EBITDA adjusted ha raggiunto 3,5 milioni di euro, il 92,7% in meno rispetto ai primi 3 mesi del 2020. Il margine EBITDA è sceso al 2,7% in questo periodo, che sarebbe 14,4 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente rispetto alla mancanza di ricavi che non ha potuto essere pienamente compensato dalla diminuzione della spesa, nonostante le misure di miglioramento dell’efficienza e dei risparmi sui costi applicati e che ha portato ad una riduzione su base annua del 46,4% a 123,7 milioni di euro per questo periodo.

La società ha registrato una perdita di 91,5 milioni di euro, rispetto a 97,1 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso annoA seguito di chiusure e altre restrizioni, aumento della spesa per passività finanziarie e, in misura minore, a causa dell’inflazione delle valute operative rispetto al dollaro.

Alla fine del primo trimestre, il numero di macchine operative nel gruppo era di 30.201. Questo trimestre, 114 sale giochi, 975 sedi, 182 punti di scommesse sportive e 5.864 bar sono rimasti aperti.

Per adesso la maggior parte dei mercati dell’azienda ha implementato ulteriori restrizioni operative. Mentre il segmento italiano rimane chiuso, l’Argentina ha sospeso le operazioni ad aprile e l’Uruguay da marzo. L’azienda spera di riprendere la piena operatività tra giugno e luglio di quest’anno, mentre nel caso dell’Argentina la riapertura potrebbe richiedere anche più tempo.

Il segmento online sta crescendo

La buona notizia è che le operazioni che hanno potuto riprendere la loro attività hanno lasciato un incoraggiante recupero dei ricavi nel periodo in cui non sono state interessate dalle chiusure, come è avvenuto in Spagna, Panama o Argentina e Uruguay. Un altro problema positivo è quello il business online mostra una solida crescita, con un incremento annuo del 23,6%, a 19,8 milioni di euro durante i primi tre mesi dell’anno.

Il 22 aprile la società ha raggiunto un accordo con i suoi creditori, denominato “lockout agreement”, che sarebbe stato successivamente confermato dall’assemblea degli azionisti e con il supporto di una percentuale sufficiente di obbligazionisti. Questa operazione servirà per iniettare fino a 225 milioni di euro al gruppo e capitalizzare fino a 367 milioni di debito corrente.

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