La Corte Suprema respinge il rinvio richiesto dalla Media Association

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Le restrizioni alla diffusione della pubblicità per i bookmaker e al gioco d’azzardo sui media entreranno in vigore il 1 ° maggio, come affermato nel decreto Garzón.

La Corte Suprema l’ha respintao la sospensione cautelare dell’entrata in vigore il 1 ° maggio dell’articolo 23.1 del regio decreto 958/2020, del 3 novembre, richiesta dall’Associazione dei media (AMI). Questo articolo vieta la diffusione di pubblicità da parte degli operatori del gioco d’azzardo nei media e nei servizi della società dell’informazione, tranne in alcuni casi.

Il decreto del Ministero dei consumatori presieduto da Garzón resta inarrestabile.

La pubblicità sul gioco sarà quasi completamente bandita

L’articolo consente eccezionalmente la pubblicità di operatori di gioco d’azzardo quando fatta sui propri siti web, applicazioni o media che supportano il gioco del concorso., a condizione che l’accesso ai minori sia limitato.

È inoltre consentita la pubblicità di attività di gioco d’azzardo su siti web o applicazioni la cui attività principale è la comunicazione di eventi sportivi o equestri. Ma in aggiunta, questi spazi dovranno soddisfare specifiche condizioni di accessibilità e diffondere chiaramente messaggi sul gioco sicuro.

I siti web o le applicazioni che soddisfano questi criteri di contenuto possono includere una sezione visibilmente differenziata, dedicata a fornire informazioni sulle scommesse, a condizione che tale sezione abbia un solo accesso dalla home page e il cui collegamento sia piccolo. Questi siti dovrebbero anche avere meccanismi per impedire l’accesso da parte di minori.

Appello per ritardare la validità fino al 30 agosto

L’Associazione dei media ha presentato in gennaio ricorso alla Terza Camera contro il Regio Decreto, con il quale ha richiesto a titolo precauzionale il rinvio di detto divieto fino al 30 agosto 2021.

Il datore di lavoro ha quindi mostrato il suo disaccordo con i divieti e le limitazioni del decreto reale che ha definito “sproporzionato”, chiedendo un rinvio di quattro mesi per l’entrata in vigore delle misure imposte in merito alla pubblicità del gioco sui media.

La Corte Suprema ha risposto e non ritiene che vi siano ragioni convincenti rinviare tali misure né apprezzare l’entità del danno che, in termini economici, può causare l’entrata in vigore dell’articolo 23.1 nella sua sezione corrispondente ai siti web di contenuti sportivi. La Corte Suprema afferma che l’applicazione delle nuove condizioni non deve generare situazioni impossibili o difficili da riparare.

La Camera mette in dubbio che l’AMI cerchi di dare la priorità ai criteri economici perché, secondo l’avvocato dello stato nella sua memoria di opposizione, ciò che viene protetto con questa regolamentazione del gioco d’azzardo sono gli interessi pubblici specificati nel preambolo del decreto reale, in particolare, rafforzano i consumatori protezione per prevenire la dipendenza da un’attività di gioco irresponsabile.

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